Arturo Benedetti Michelangeli pianista scomparso negli anni 90’ l’ho riascoltato per caso recentemente. Ero prevenuto nei confronti di questo pianista già dagli anni 80’ sia per i commenti negativi di amici “sapientoni” sia per quelli della critica del tempo. Il pianista che aveva sempre un aspetto lugubre e depresso quando suonava era solito asciugarsi il sudore con un fazzoletto poggiato sul pianoforte tra un pezzo e l’altro. Aveva sempre l’espressione del viso sofferta, impegnata e sempre stanca. Era anche oggetto di scenette comiche per questo suo aspetto famosa quella di Alighiero Noschese che pone ai lati del pianista che esegue il brano due supporti a mo’ di poggia braccia dove poggiare e riposare sia il braccio destro che il sinistro in caso di estrema stanchezza.
Veniva da pensare che per rendersi più interessante agli occhi della critica assumesse questi aspetti istrionici.
Dicevo che ho ascoltato per caso un suo pezzo di Chopin che conosco a memoria ascoltato di tanto in tanto negli ultimi miei cinquant’anni eseguito da Vasary, Horowitz, Kempf e sono rimasto sorpreso ed incantato. La critica del tempo diceva che non aveva tecnica e non sapeva suonare il pianoforte, che non seguiva gli spartiti e se ne andava suonando per conto suo, inventandosi pause, tonalità strane e non andando neppure a tempo inventandosi una Sua strampalata interpretazione della musica.
Io dico ascoltatelo ignorando i commenti della critica e scoprirete delle esecuzioni magiche, uniche ed irripetibili.
Guido da Bari
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